Ci sono ricerche che sembrano avvalorare l’ovvio. In realtà fanno qualcosa di molto diverso: misurano
sistematicamente gli aspetti della salute umana, anche quelli meno afferrabili e indefiniti. Uno tra questi è stato oggetto di uno studio condotto da gruppi di ricerca giapponesi e inglesi, ovvero l’influsso benefico che la natura ha sullo stato psicofisico delle persone. In particolare, gli scienziati hanno valutato l’influenza positiva del mare, dei laghi e dei fiumi, cioè di quanto il blu faccia bene alla mente. I ricercatori affermano che l’acqua agisce positivamente in quattro modi: intorno ai corsi d’acqua è più facile e piacevole svolgere attività fisica, il blu offre spazi per la socializzazione, l’ambiente è più salubre e ventilato, l’acqua riduce lo stress. È stato scoperto che solo osservare il mare riduce la pressione sanguigna e la concentrazione di cortisolo nella saliva, che è proprio l’ormone prodotto da un organismo stressato.
Non solo il blu, il mare offre un’esperienza che appaga tutti i sensi e ritempra. Il suono delle onde, il gorgoglio di un ruscello o lo scorrere di un fiume invitano la mente a seguire il flusso dei pensieri, una sorta di distrazione pacifica che porta lontano. Anche il tatto gioca un ruolo notevole: immergersi nell’acqua offre una sensazione di ricongiungimento con la natura, probabilmente risveglia l’eco di ricordi profondi, ricordi di quel piccolo mare caldo che era il grembo materno. E certamente odori e sapori, la salsedine e l’acqua di mare per molte persone sono sinonimo di vacanza e relax. C’è poi un aspetto più nascosto ma altrettanto sorprendente, le acque mettono in contatto diretto il nostro corpo con le comunità microbiche ambientali allenando e rinforzando il nostro sistema immunitario.
C’è chi addirittura, in Inghilterra, propone la “cura blu” come terapia da prescrivere insieme ai farmaci: vedremo se succederà anche in Italia, il Paese del mare e del sole.