C’è una scena del film The Matrix nella quale Neo, il protagonista interpretato da Keanu Reeves, vede un gatto nero e poi lo rivede dopo un istante sperimentando il noto fenomeno del déjà vu, un’espressione francese che significa “già visto”. I compagni d’avventura spiegano a Neo che il fenomeno è un errore del mostruoso sistema informatico che governa i pensieri e le vite degli umani: questo è vero nella fantascienza ma in realtà che cosa è un déjà vu?
Si tratta di un’esperienza che prima o poi proviamo tutti: stiamo camminando per strada e all’improvviso ci coglie l’impressione di avere già visto un particolare, anche se la strada attraversa una città che stiamo visitando per la prima volta. Il déjà vu è ancora poco conosciuto, si sa che è più frequente nei giovani e che gradatamente si riduce con l’avanzare dell’età. Si sa anche che è relativamente più comune tra coloro che abusano di sostanze stupefacenti o che vivono in un perenne stato d’ansia. Anche alcune patologie che colpiscono le aree cerebrali che coordinano la memoria possono provocare il misterioso fenomeno.
Un tempo il déjà vu era interpretato come fenomeno paranormale, un’eco di esperienze appartenenti a vite passate o di messaggi ultraterreni. Oggi abbiamo diverse teorie, nessuna convincente.
Secondo alcuni studi il déjà vu sorge quando una situazione attuale assomiglia fortemente a un’esperienza precedentemente incontrata ma dimenticata. Quindi si tratterebbe di un tentativo da parte del cervello di dare un senso alle somiglianze, percepite a livello conscio come una sensazione di familiarità.
Oppure potrebbe trattarsi di una doppia elaborazione della stessa percezione: la prima è rapida e passa inosservata, la seconda è cosciente e approfondita ma risente del processo mentale nascosto che ha già elaborato le informazioni; una specie di eco mentale.
Una terza teoria interpreta il déja vu come la correzione di un errore di memoria, qualcosa di simile a quanto succede in un computer.
Quale che sia la spiegazione corretta, il déjà vu resta un fenomeno complesso e intrigante che continua a essere oggetto di indagine scientifica.